Notte polare in artico: cosa mi metto?

Amo le vostre domande viandanti perché mi sono di grande ispirazione! Esattamente come questa domanda, la stessa che mi sono fatta poco prima di vivere l’inverno artico a Tromsø e alle isole Svalbard (il mio primo inverno artico). Per chi ancora non fosse esperto di nord, questi sono due luoghi appartenenti allo stesso stato, quel meraviglioso luogo che è la Norvegia, guarda caso! Tromsø si trova nell’estremo nord, nella lapponia norvegese, a oltre 400 km dal circolo polare artico. Ma le isole Svalbard si trovano su, molto più su, molto più a nord, esattamente a oltre 700 km dalla costa norvegese, fra i 74 e gli 81° gradi nord, ed il punto più a nord del gruppo di isole è a soli 540 km dal Polo Nord! Longyearbean, la città più popolosa delle trenta isole, è il luogo abitato (con più di 1000 abitanti) più a nord del pianeta, ed in particolare le sue coordinate geografiche sono: 78°13? N 15°33? E. Forse oramai lo avete capito: ho una passione sfrenata per le coordinate, soprattutto se agli estremi della Terra, ed infatti questa di Longyearbean è tatuata sulla mia spalla, sopra un orso polare ovviamente. Ho vissuto questi due luoghi fra fine gennaio ed inizio febbraio del 2019, nel pieno del periodo della notte artica, ma di questo vi parlerò ovviamente in un articolo dedicato. Per ora, dedichiamoci alla moda, o meglio a cosa indossare per affrontare il profondo artico in pieno inverno!

Appena arrivati alle Svalbard, il 31 gennaio del 2019, la prima guida che abbiamo incontrato, con cui abbiamo fatto le escursioni, ci disse: “ma cosa ci fate alle Svalbard a fine gennaio?” Lì ho capito che avevo scelto il periodo perfetto. Ndr: alle Svalbard è vietato uscire da quella via, lunga pochi km, che è Longyearbean, senza avere un fucile con sé, per la probabilità di incontrare gli orsi polari. Io, che piuttosto che usare un fucile, fosse solo per sparare in aria, farei le vacanze alle Maldive, ho un’unica possibilità: fare le escursioni con una guida, peraltro caldamente consigliata quando, fuori dalla “città”, c’è solo ghiaccio e neve e buio, ed il rischio di perdersi a meno trenta, e quindi morire, è alto!

Durante i giorni di permanenza alle Svalbard, la temperatura è stata costante sui -20/25°C: ci dissero i locali che era una settimana di caldo insolito per quel mese (la settimana dopo la temperatura è scesa di 15°C). La temperatura percepita però, soprattutto durante le escursioni, era di una decina di gradi di meno, per il fatto di essere circondati solo da neve e ghiaccio.

Siete spaventati? Non dovete! Sapete cosa dicono in nord Europa? (la paternità di questa frase è contesa: quando vivevo a Berlino, i tedeschi dicevano essere un loro detto, in Norvegia pure, in Svezia anche)

Non esiste il tempo brutto, ma solo l’abbigliamento sbagliato!

Ed è verissimo. Se si è coperti bene, ci si gode tutto il bello della pioggia o del freddo artico.

Quindi veniamo agli strati, sì perché ovviamente, il buon vecchio consiglio della nonna di vestirsi a cipolla è quello giusto anche in Artico, magari modificando un pochino i materiali (ed il numero) dei vari strati, rispetto alle nostre latitudini. La parola d’ordine è lana.

Fondamentale è l’intimo di lana merinos: costa, ma a parte la sua durata pressoché infinita, vi permetterà di attendere l’aurora nel nulla della notte artica, o di sfrecciare sulle montagne delle Svalbard con la motoslitta, senza dover soffrire (troppo), quindi calzamaglia e maglietta intima, perché la lana deve essere a contatto con la pelle.

PS: queste non sono di merinos, anche se molto calde, ma io sono un caso un po’ a parte..

Upper body

All’intimo di merinos aggiungiamo:

  • un sotto pile
  • un pile, o meglio un maglione di lana (se islandese, è perfetto! sono stufette portatili)
  • giacca imbottita ed impermeabile con cappuccio, tipo quelle da sci, meglio se copre le chiappe
  • cappello di lana
  • balaclava (un passamontagna per intenderci, perché ogni cm di pelle non coperta vi fa sentire tutto il gelo!)
  • doppio guanto: lana a contatto con la pelle e sopra la moffola, preferibile al guanto con le dita separate, perché disperde meno il calore fra le dita. Il primo strato sottile vi permetterà anche di riuscire a scattare foto senza togliervi il guanto: la mano libera sopravvive qualche decina di secondo prima di avvertire la sensazione di mille chiodi infilatici dentro.

Lower body

All’intimo di merinos aggiungiamo:

  • pantalone imbottito ed impermeabile
  • doppio paio di calze ( o doppia lana, uno sottile e uno più spesso, o seta più lana)
  • winter boots, quindi scarpe stile trekking impermeabili ma anche caldi, con il pelo (ci sono anche da decathlon). Prendeteli di una misura o due in più, per accogliere le due paia di calze, o meglio, provateli con le due paia di calze

Preparatevi al caldo tropicale nei luoghi chiusi: questo contrasto è tanto maggiore quanto maggiore è la latitudine nord. In Germania sono al livello base (per me già troppo), in terra ferma norvegese la temperatura interna inizia a permettere la fioritura delle calendule, alle Svalbard raggiunge livelli in cui anche le succulente soffrirebbero di siccità! Quindi appena si entra al coperto, si è obbligati a rimanere in intimo, e comunque soffrire molto molto caldo!

Vestirsi come sopra ogni volta richiede un certo tempo: tenetene conto quanto organizzate le uscite, e soprattutto, cercate di non dimenticare mai niente, perché vorrebbe dire fare aspettare la vostra guida almeno mezz’ora.

Ovviamente, e per fortuna, le scarpe sono bandite nei luoghi chiusi (come in tutti i luoghi belli e intelligenti): anche negli hotel, si devono togliere all’ingresso, dove c’è una sorta di anticamera per lasciare le scarpe ed iniziare il lungo processo di (s)vestizione.

Vestiti così, vi assicuro che potrete godervi tutto questo:

In alternativa. potete nascere Sami, ed allora è davvero tutto più bello e facile.

PS: se volete impazzire con me per questa attuale infinita estate, andate sulle mie IG stories!

Ma la terra
con cui hai diviso il freddo
mai più
potrai fare a meno di amarla.
(Vladimir Majakovskij)

4 risposte

  1. Ciao, Sei mai stata alle Isole Faroe? Vale la pena un viaggio fino là in solitaria in occasione del mio 63mo compleanno? Grazie per la risposta

    Andrea Zamboni 392.0231124

    1. Ciao Andrea, si, ci sono stata e a breve vi parlerò anche di quello. E’ un luogo incredibile. Se ami il silenzio, la pace, l’assenza di troppe persone, le montagne immerse nell’oceano, e paesaggi pazzeschi, è il posto che fa per te. Vale assolutamente!

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