Neve, silenzio e cucina valtellinese: Lago Palù e Rifugio Motta (Val Malenco).

Avete mai passato la notte in un rifugio in alta quota, d’inverno? Oggi vi racconto come passare una giornata fantastica fra neve, picchi e silenzio, e finire in bellezza con cena e riposo ad alta quota, avendo così la possibilità di gustarsi la montagna nelle sue golden hours (alba e tramonto), lontano dalla confusione e dalle folle che la popolano di giorno.

La giornata parte da Chiesa in Val Malenco (SO), dove in passato ho trascorso almeno tre settimane di Capodanno alla sede della Croce Rossa, a prestare servizio come soccorritore in prestito da Milano, ricevendo un’accoglienza incredibile (e pure migliaia di calorie a pranzo e cena da Totò). Arrivo verso le 11.30, ed il parcheggio della Funivia SnowEagle (la più grande funivia d’Europa) è già fondamentalmente al completo, ma si può parcheggiare poche centinaia di metri più avanti sulla destra, accanto al campo da calcio. Gli impianti hanno aperto da pochi giorni, alle casse c’è molta fila, ma in realtà ce la sbrighiamo in una ventina di minuti. Ho sciato per tanto tempo, ora mi sono un po’ disinnamorata delle code agli impianti, degli scarponi scomodi e degli sci sulle spalle, ma soprattutto della velocità, a favore di camminate lente, ciaspolate nei boschi, silenzio. All’arrivo della funivia, si scende per alcuni metri e si arriva al punto in cui confluisce l’arrivo di una pista blu da destra, mentre verso sinistra si raggiunge l’Alpe Palù, da dove partono diversi impianti e dove c’è anche l’area ristoro. Per raggiungere il Rifugio Motta, si risale la pista blu verso destra, ci si congiunge all’arrivo di una seggiovia, e da lì, tenendo la seggiovia sulla sinistra, si prosegue diritto, oltrepassando un cartello che indica la chiusura della via (per gli sciatori).

Inizia un percorso battuto, affrontabile anche senza ciaspole, che in 15-20 minuti porta al Rifugio, lassù, incastonato fra gli splendidi picchi del Pizzo Bernina, del Pizzo Roseg, del Monte Disgrazia, del Pizzo Zupo, del Pizzo Palù, in una cornice davvero incantevole. Arrivo verso le 15 e c’è ancora molta gente, la signora Paola mi accoglie con infinita ospitalità e mi mostra la camera, dalla quale la vista è mozzafiato.

Su consiglio della Signora Paola, prendo lo zaino e mi incammino verso il lago Palù: non mi interesso molto del percorso, la giornata è bellissima, il cielo stupendo, la neve tanta e soffice, sono felice. Per raggiungere il lago, si supera l’area ristoro (Alpe Palù), e seguendo le indicazioni per il Rifugio Palù, si va verso un’altra area di impianti (da dove parte la seggiovia per la Cima Motta) e di ristoro (Mountainroom). Lì si trovano le indicazioni per l’anello del Lago, sulla sinistra guardando gli impianti. Dopo poche centinaia di metri nel bosco, si arriva al lago, completamente ghiacciato e ricoperto di neve, tanto che è difficile scorgere la differenza con la costa. Da lì si scorge il Rifugio Palù, che però evito, proseguendo sull’anello attorno al lago: sono sola, il sole è in dirittura d’arrivo verso il suo percorso dietro le cime, i colori iniziano a intensificarsi e diversificarsi verso l’arancio, il rosa. E’ tutto meraviglioso. Camminando, vedo il rifugio Motta lassù in alto, davanti a me.

Completo il circuito del lago, e torno verso l’Alpe Palù (a metà circa del perimetro del lago, trovate le indicazioni): il sole è già dietro le montagne e io non riesco ad allontanarmi da tanta bellezza.

Da lì, decido di raggiungere il Rifugio Motta senza ripercorrere la strada dell’andata (mio pallino..), anche forte della rassicurazione di un addetto alle piste. Vado quindi verso la cima Motta, sotto la seggiovia, risalendo la pista nera, oramai quasi vuota (sono passate le 16).

E lì, le nuvole si colorano di rosa, con grande contrasto sul cielo blu scuro oramai.

Intercetto i gatti delle nevi che stanno battendo la pista, e un poliziotto che viene verso di me in motoslitta, chiedendomi se fosse tutto ok.. Ma certo, rispondo, mi sto godendo la montagna in questa ora magica. Condivido con lui l’idea di arrivare al Motta attraversando quella pista nera, ma Marco il poliziotto mi scoraggia dal farlo, consigliandomi invece di ripercorrere la via dell’andata. E niente, mi ha convinta con l’offerta di una corsa in motoslitta fino all’Alpe Palù! Ma solo dopo essersi più volte assicurato che pernottassi al Rifugio Motta, in quanto la funivia era già chiusa.

Quindi ripercorro il percorso di nuovo in solitaria, l’oscurità è già scesa ma il riverbero della neve illumina a sufficienza, e risalgo al rifugio senza torcia: meraviglia! Ed il rifugio mi aspetta così.

Al mio arrivo erano tutti un pò preoccupati, ma posso io perdermi un’occasione del genere per godermi i miei monti in pace? (So che conoscete benissimo la risposta!)

Mi merito una lauta cena, che sarà anche deliziosa: davanti al camino acceso, parto dagli sciatt, un tipico piatto valtellinese esageratamente buono, frittelle di grano saraceno, tonde e croccanti, con un cuore di formaggio Casera, tipico della zona, per arrivare a polenta taragna con salsiccia e funghi, il tutto condito dall’Inferno!

Come ogni volta in cui mi metto a riposare, dopo aver trascorso una giornata pazzesca, dormo molto poco, nonostante il letto comodissimo e la pace assoluta (forse ho esagerato con gli sciatt): troppe emozioni da ripercorrere, adrenalina stabile a livelli alti. Ma la mattina mi rialzo con una colazione super e uno scenario fuori incredibile.

Dormire in un rifugio in quota ci dà la possibilità di vivere la montagna più bella, nei suoi colori più accesi, nel silenzio che la caratterizza come luogo più bello che c’è.

Avete mai provato?

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2 risposte

    1. Prova assolutamente! E’ fantastico perché ti permette di ammirare la montagna nei momenti più belli, e quando tutta le gente ed il rumore se ne sono andati! E poi l’atmosfera del rifugio in alta montagna è incanto! Quando andrai, fammi sapere!

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