(dopo aver ferito una turista in un camping)
Un altro orso polare è stato ucciso alle isole Svalbard, dopo un attacco in un camping che ha provocato il ferimento di una turista francese.
Le ferite della donna non sono gravi, ma l’orso è stato prima gravemente ferito e dopo ucciso.
Un altro orso polare ucciso alle Svalbard. Colpa nostra?
Oramai lo sapete: le remote isole Svalbard, a poco più di 1000 km dal Polo Nord, sono il mio luogo preferito al mondo.
Sono il luogo abitato più a nord del pianeta, ma anche la terra degli orsi polari.
Qui vivono qui circa 3.000 esemplari, qui e in poche altre zone del pianeta (come nel Mannitoba, in Canada).
Girando per la città più popolata, Longyearbean (circa 2400 abitanti), si vedono ovunque segnali di avvertimento sulla presenza di orsi polari in tutta l’area delle isole.
La legge, qui in questa sorta di colonia norvegese, con un proprio governatore che è anche il capo della Polizia, ha reso obbligatorio munirsi di mezzi per spaventare l’orso, al di fuori degli insediamenti.
E’ inoltre fortemente raccomandato portare armi da fuoco.
Per chi poi decide di dormire in tenda, questo caldo consiglio delle autorità diventa ancora più forte.
Il modo più sicuro, in questi casi, è avere una guardia che sorveglia l’area, per non farsi soprendere nel sonno.
Questa normativa, se applicata correttamente, fa in modo che l’eventuale meraviglioso quanto pericoloso cucciolone morbido e bianco venga fatto allontanare, prima di raggiungere gli umani.
In questo modo, si preserva non solo l’uomo, ma anche l’orso dall’essere ferito o ucciso.
La donna francese fa parte di un gruppo di 25 turisti che stava campeggiando nella zona di Sveasletta, nell’isola di Spitsbergen, sul lato nord dell’Isfjorden.
La notizia è arrivata ieri dallo Svalbardposten.
Lo stesso governatore delle isole ( il cosiddetto Sysselmesteren) si è recato in elicottero sul posto, dopo aver ricevuto il messaggio dell’avvenuto incidente.
Secondo quanto riporta lo Svalbardposten, gli operatori hanno tentato di spaventare l’animale con spari in aria, ma nell’operazione, l’orso è stato ferito.
Dopo aver valutato da vicino l’entità delle ferite, data la loro gravità, si è deciso per l’uccisione del povero orso.
La questione però rimane ancora aperta, e oggetto di indagine di polizia, ed il corpo dell’orso è stato portato a Longyearbean per ulteriori esami.
Diverse le segnalazioni di orsi polari
Di recente, afferma lo Svalbardposten, sono state diverse le segnalazioni di orsi polari nell’area, di cui uno a Pyramiden il giorno prima di quando ci sono stata io.
(e per la quale la nave Polargirl non ha potuto sbarcare le persone a Pyramiden, 27 luglio 2022).
Questo deve servire da monito, se ancora ce ne fosse bisogno, che gli orsi polari ci sono.
Inoltre queste segnalazioni mostrano che è sempre più frequente il loro avvicinamento agli insediamenti umani, per un unico grave motivo: la fame.
L’Artico infatti è una delle zone del pianeta dove il surriscaldamento è più rapido.
Le elevate temperature causano lo scioglimento precoce dei ghiacciai, ghiaccio che poi si riforma sempre più tardi.
Ma cosa c’entra il ghiaccio con l’alimentazione dell’orso polare?
La fonte alimentare principale dell’orso polare è la foca che caccia dalla banchine di ghiaccio.
Ultimamente, gli orsi sono costretti a nuotare per ore, anche giorni, prima di trovare una banchina da cui poter cacciare, e quindi mangiare.
Questo porta ad un grave esaurimento fisico di animali già provati dalla fame.
Possiamo esplorare queste terre meravigliose senza disturbare i loro abitanti?
Io credo di si.
Di sicuro la presenza dell’uomo ha sconvolto ritmi che procedevano indisturbati da millenni, ma è anche vero che la stessa presenza significa ricerche per salvaguardare la fauna artica in questo pianeta che si riscalda.
La cosa fondamentale però, è fare gli esploratori consapevoli.
Uso appositamente un termine diverso da “turista” che mai mi piace, ma soprattutto in queste terre remote è proprio fuori luogo.
L’esploratore consapevole rispetta ciecamente quanto consigliato dai locali, rispetta la natura e la fauna come un bene prezioso.
E infine osserva senza disturbare e senza prevaricare i diritti delle specie che lì vi abitano.
Voi che ne pensate, c’è speranza??
4 risposte
Carissima Marica, ciao. Perfettamente d’accordo con te. Soprattutto su questo: “L’esploratore consapevole rispetta ciecamente quanto consigliato dai locali, rispetta la natura e la fauna come un bene prezioso.” dovrebbe essere uno slogan da diffondere e farne la nostra bandiera.
Sono pessimista ( o ottimista? ) circa il nostro futuro: il genere umano si estinguerà a favore degli animali, che durante il lockdown hanno dimostrato, con la vegetazione, di sapere riappropriarsi dei LORO spazi. Noi siamo degli invasori, incapaci di rispetto.
Bacioni. Mariangela Leali.
Carissima Mariangela, grazie per il tuo commento. Purtroppo vedo davvero troppi turisti e pochi esploratori rispettosi, ma continuiamo sulla nostra strada.. ne vale la pena!
“Esploratore consapevole” Mi piace
Noi possiamo entrare nei loro luoghi senza rispettarli e loro ci guardano. Dopodiché loro “fiduciosi” entrano nei nostri e noi li abbattiamo. Che crudeltà. Meno turisti ( dovrebbero sostenere un esame) e più esploratori consapevoli
E’ una differenza vitale per il pianeta!