Un altro pazzo giorno (on a road trip)

Giorno 9 – 2 agosto 2021

Dopo le nostre 7 ore di trekking, guidiamo ancora un pò per raggiungere il mare di Norvegia, nei dintorni di Farstad, dove alloggeremo in un luogo davvero incantevole (ogni tanto alziamo il budget previsto per le accomodation): la Gjestegård (guesthouse) Hustadvika (dal nome di questa bellissima baia).

Arriviamo stanchissimi, giusto il tempo di mangiare qualcosa al volo (dalle scorte rimaste in macchina) e siamo già tutti in branda.

Ma la mattina dopo, il desiderio di esplorare quel luogo incantevole, solo assaporato la sera prima, mi fa alzare prestissimo e, come dicono gli inglesi, the early bird catches the worm!

Guardate cosa ho vissuto:

A colazione, mangiando aringhe e salmone (adoro la colazione norvegese!) con vista arcobaleno, ho fatto amicizia con una coppia di viaggiatori norvegesi over 70, tenerissimi e molto innamorati (anche dell’Italia), con un inglese perfetto: loro a parlare di quanto amassero il nostro paese, io il loro! Poi, il viaggio on the road continua: da qui, nessuna meta in particolare, se non Bodø, lassù nel Nordland, a 1000 km di distanza (fra qualche giorno, ovviamente).

E la Norvegia è davvero una mostra d’arte a cielo aperto, basta andare e ammirare.

Poco distante dalla guesthouse troviamo, per caso, questa zona, chiamata Aksvågen, letteralmente baia della cenere: qui le alghe venivano fatte seccare al sole, e poi bruciate in forni di pietra costruiti sulla spiaggia. La cenere ottenuta costituiva una fonte importante di carbonato di calcio (soda ash), usato per la preparazione del vetro, per esempio. Più tardi venne utilizzata per estrarre lo iodio, di cui le alghe del nord sono più ricche di quelle del sud. Questo utilizzo fu abbandonato quando divennero disponibili metodi più semplici e veloci per estrarre lo iodio, ma ancora adesso l’alga è usata per la ricchezza di principi nutritivi in esso contenuti.

Siamo sull’ Atlanterhavsvegen, la strada atlantica, di cui è molto conosciuto solo il pezzo finale (road n.64) ed in particolare il ponte di Storseisundet (che compare su tutte le foto e viene indicato come il tratto più pericoloso del mondo, quando il mare è mosso) ma questa strada in realtà inizia a Bud e finisce a Kårvåg, per un totale di 36 km di bellezza (è infatti una delle scenic route norvegesi). Essa scorre davvero vicinissima all’oceano (praticamente lo potete quasi toccare sporgendo il braccio dal finestrino!), seguendo il profilo delle varie isolette, con ponti incredibili, e comprende le roads 64, 242, 663, 238 e 235. Nella zona di Aksvågen abbiamo trovato delle antiche fattorie abbandonate dal fascino incredibile! Guardate qui

Hustadvika invece è una zona (la stessa dell’alloggio dove siamo stati) in cui l’acqua del mare è molto bassa, con mille scogli e isolette di pochi metri di terra, e qui i venti e le correnti sono molto forti. Queste caratteristiche la rendono la zona di mare più temuta di tutta la costa norvegese! Nel corso degli anni, anche recenti, molte imbarcazioni sono arenate qui. Anche Bud, all’inizio della strada, merita una visita, un piccolissimo e affascinante villaggio di pescatori.

Bud, contea di Møre og Romsdal

Proseguiamo sull’Atlanterhavsvegen, e poco prima del tratto famoso, ci imbattiamo in una di quelle esperienze che mi fanno amare così tanto i paesi del nord. Vedo dalla strada una piccola casetta sul mare, molto colorata e tutta dipinta, con alcune sculture fuori, fiori, cose belle che avevano attratto la mia curiosità. Così mi fermo, e vado a vederla da vicino. Era aperta, senza nessuno lì dentro ma senza nessuno a vista d’occhio pure fuori. Era una sorta di mostra d’arte, che esponeva bei pezzi di artigianato locale, fra cui alcuni elfi e gnomi che volevo assolutamente comprare! Ma non c’era nessuno, quindi guardo ancora bene fuori, lì attorno, ma nulla. Poi guardo con più attenzione e vedo un cartello, scritto in norvegese ed in inglese, che diceva sostanzialmente “se ti piace la mia arte, lascia un’offerta, quella che ritieni giusta, oppure quella che io ritengo giusta, che è scritta sotto il prodotto”. Si poteva pagare anche con paypall: ci credete? un negozio di cose bellissime, ma senza personale, libero di fidarsi dell’onestà delle persone. Nonostante abbia viaggiato in nord Europa spesso, queste cose ogni volta mi lasciano sbalordita, e.. felice, felice che esistano dei luoghi sulla Terra così speciali. Ho ovviamente comprato elfi e gnomi per tutta la famiglia, e pagato via paypall.

Dopo queste esperienze che mi scaldano sempre tanto il cuore, riprendiamo il nostro viaggio, e arriviamo al famoso tratto dell’Atlantic Road, quello del ponte più alto, lo Storseisundet: è sicuramente un ponte impressionante, sembra più un tratto delle montagne russe, e guidarci sopra è stato bellissimo! L’abbiamo fatto varie volte avanti e indietro. L’intera Atlantic Road è stata anche definita la strada più bella del mondo, ed eletta costruzione norvegese del secolo nel 2005.

Dopo aver pranzato su una delle isolette unite dall’Atlantic Road, iniziamo il viaggio verso la meta per la notte, Trondheim. Qui avevo scelto un alloggio fuori “città”, per quanto chiamare città Trondheim non sia propriamente corretto! Ma volevo stare nella natura, vicino al mare. Di solito ho fiuto con le accomodation, con i luoghi in generale, e questo posto ha mantenuto la tradizione dei miei colpacci! L’ingresso mi aveva fatto pensare al contrario, era in una zona un pò diciamo urban abandoned, che amo, ma mi pareva di aver scelto un posto vicino al mare! Ma quando siamo entrati, abbiamo scoperto tutto: la grande casa era super hippie, con mobili di stili diversi messi insieme, che ricorda tanto lo stile dei bar berlinesi, foto dovunque (come a casa mia!), una sala accogliente che dava su un grande patio, con vista oceano che era una meraviglia. La signora che ci accoglie è di una tenerezza squisita, ci mostra la camera, con un balcone sempre vista fiordo, a fianco alla sua, e con il bagno in comune, insomma si sta in questo posto come in una grande famiglia, grande anche perché comprende Baltasar, che vedete nella foto, un cagnolone tanto grande quanto coccolone e il micino Charles. La signora ci ha cucinato un piatto tipico di sua nonna, e poi io sono rimasta fuori con Balstasar e Charles, sul patio, per ore, ad ammirare il tramonto meraviglioso sul fiordo, tramonto che è avvenuto verso le 22.30, con un sole splendido, non invadente, la musica country, un libro. Si può anche dormire nella Tipi (la tenda). Il posto si chiama Strandheimen, ed è sicuramente uno di quei posti dove sarebbe stato bello fermarsi un attimo!

Fermarmi? Io?

Domani si riparte, si sale ancora un pò di più verso il Nordland.

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Oh, I’m sleeping under strange, strange skies
Just another mad, mad day on the road
My dreams is fading down the railway line
I’m just about a moonlight mile down the road, yeah, yeah

Moonlight Mile – The Rolling Stones

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