Užupis, una piccola repubblica di spiriti liberi

Io seduta su una sedia molto alta, immersa nel fiume

Situata all’interno della capitale lituana Vilnius, Užupis è una delle repubbliche più piccole del mondo, con una superficie inferiore a 1 km², ma soprattutto è una piccola terra di spiriti liberi.

Tutto è nato, per scherzo, un primo di aprile (del 1997), giorno in cui i residenti crearono la Repubblica di Užupis.

Come ogni Repubblica che si rispetti, fu creata anche una bandiera, un proprio governo, una valuta (non ufficiale), un inno, una costituzione ed un esercito di 11 persone (che fu ritirato subito dopo).

Cartello stradale con scritto Uzupis a Vilnius, Lituania

Una sirena in bronzo accoglie i visitatori nella piccola repubblica, e la gente del posto sostiene che sia lei ad attirarli qui da tutto il mondo.

La sirena fu creata nel 2002 dallo scultore Romas Vilciauskas, e si dice che, una volta che la guardi negli occhi, non vorrai mai più andartene da qui!

Statua in bronzo di una sirena inserita in un muro

Užupis è un’eclettica contrapposizione di architettura del blocco sovietico ed estro artistico.

Dopo la caduta dell’URSS all’inizio degli anni ’90, molti piedistalli, che avevano ospitato statue di icone sovietiche, rimasero vuoti in tutta Vilnius.

Nel 1995, un gruppo di artisti locali ne utilizzò uno per erigere una statua dell’icona del rock statunitense Frank Zappa (nonostante non fosse mai stato lì) come simbolo di libertà e appello alla democrazia.

Staatua del viso di Frank Zappa a Vilnius, davanti ad un murales

Sebbene Užupis non sia riconosciuto dai governi stranieri come nazione ufficiale, la mini nazione è diventata un motivo di orgoglio di Vilnius e di tutta la Lituania.

Užupis, una piccola repubblica di spiriti liberi.

Užupis, che in lituano significa “al di là del fiume”, è separata dal resto della città dal fiume Vilnele.

Il ministro degli Esteri di Užupis Tomas Cepaitis , uno dei padri fondatori della mini nazione, ha spiegato che la repubblica è nata dalla filosofia di Aristotele secondo cui ogni grande città dovrebbe avere un numero limitato di abitanti.

“Volevamo creare il nostro nuovo piccolo Paese basandoci sul vecchio pensiero che un buon Paese non può avere più di 5.000 cittadini, perché la mente umana non può ricordare più volti”, disse Cepaitis.

“Tutti conoscono tutti, quindi è difficile imbrogliare e manipolare gli altri”.

La piccola repubblica di Užupis sembra l’El Dorado dell’onestà.

La bandiera della repubblica mostra la cosiddetta “Mano Santa”: una mano blu con un buco al centro, che la rende incapace di accettare tangenti.

Bandiera con una manu blu su fondo bianco

Cepaitis ha dichiarato che lui e i suoi cofondatori volevano creare un luogo in cui le persone potessero disconnettersi dalle distrazioni della vita moderna e riconnettersi con le cose importanti.

“Se attraversi il ponte (quello che separa Užupis dal resto della città, ndr), puoi diventare te stesso.

Non hai alcun ruolo sociale, non appartieni a nessuno, appartieni a te stesso.

Puoi pensare a chi sei e puoi vivere senza far parte di quella folle corsa in cui è coinvolta tutta l’umanità”.

Ad Užupis puoi entrare in un pub e incontrare il sindaco della città, un famoso giocatore di basket o un artista famoso, tutti molto rilassati.

Niente restrizioni o protocollo da seguire, qui Užupis.

Se la storia del concepimento della repubblica è una storia di leggerezza, altrettanto non si può dire del passato della zona.

La sua fiorente comunità ebraica era stata massacrata dai nazisti e dai loro collaboratori lituani durante la Seconda guerra mondiale.

Ciò lasciò vaste abitazioni abbandonate, che caddero in rovina.

Casa di Uzupis, Vilnius con esposta la bandiera lituana

Era anche una zona pericolosa della città, tanto che divenne una delle parti più problematiche.

Una delle arterie principali del quartiere, via Užupis, era un tempo soprannominata “la via della morte”, non solo per l’alto tasso di criminalità, ma anche in riconoscimento della popolazione ebraica del quartiere, decimata durante l’Olocausto.

Il quartiere iniziò a cambiare in contemporanea all’inizio della dissoluzione dell’Unione Sovietica.

La Lituania, infatti, fu il primo Paese a dichiarare la propria indipendenza dall’URSS, nel 1990.
E solo sette anni dopo, come abbiamo visto, Užupis dichiarò la propria indipendenza da Vilnius.

Certo, si tratta di due situazioni simili ma con posta in gioco molto diversa, ovviamente.
Ma c’è un interessante parallelo tra le due situazioni e non c’è dubbio che la creazione di Užupis sia stata una reazione creativa alla tirannia sotto cui la Lituania ha vissuto per decenni.

Basta guardare un po’ nella costituzione per rendersene conto.

Oggi, le tortuose strade acciottolate presentano bellissime e stravaganti installazioni artistiche e un rinnovato senso di vita e libertà.

La comunità è composta principalmente da artisti, menti creative e persone che abbracciano lo stile di vita bohémien.

Trovate opere d’arte ovunque: lungo la riva del fiume, nei piccoli parchi o appese ai lati delle stradine.

Non è certamente “solo” una repubblica, ma una galleria a cielo aperto.

Uno dei maggiori attivisti della comunità artista fu Zenonas Šteinys, a cui è dedicata la statua dell’angelo, al centro della piazza di Užupis, e simbolo della storia del quartiere.

Šteinys, infatti, ebbe un ruolo fondamentale nel radunare gli artisti e nel riqualificare il quartiere, dopo il passato oscuro.

Per gli abitanti, l’angelo rappresenta l’anima che ha resuscitato Užupis.

Ma parliamo quindi della costituzione, stravagante ed in pieno stile Užupis.

Fu scritta da Cepaitis e dal Presidente di Užupis, Romas Lileikis, in sole tre ore in un pomeriggio d’estate del 1998.

Lileikis andò a trovare Cepaitis, perchè era senza acqua calda, e durante questo incontro scrissero la costituzione.

Al secondo articolo, per l’appunto, è stabilito che “tutti hanno diritto all’acqua calda, al riscaldamento in inverno e a un tetto di tegole”.

Le 41 clausole della costituzione racchiudono l’essenza degli ideali di libertà di pensiero di Užupis, con punti come:

“Tutti hanno il diritto di morire, ma questo non è un obbligo” (!)

oppure “Tutti hanno il diritto di capire”, o

“Tutti hanno il diritto di non capire nulla”.

Anche gli animali domestici della Repubblica sono citati, con clausole come “un cane ha il diritto di essere un cane” e “un gatto non è obbligato ad amare il suo padrone, ma deve aiutarlo nel momento del bisogno”.

Pare che Cepaitis fosse un gattaro, mentre Lileikis un amante dei cani.

La reazione alla tirannia sovietica è evidente anche negli articoli 31 e 32:

Articolo 31: Ogni persona può essere indipendente.

Articolo 32: Ogni persona è responsabile della propria libertà.

La Costituzione è stampata su grandi rettangoli a specchio, e appesa lungo la strada conosciuta come il Viale delle Costituzioni.

Più di 30 di queste lastre metalliche sono ora allineate al muro, contenenti la costituzione tradotta in tutte le lingue, con il latino ultima lingua ad essere appesa.

E’ stata anche benedetta dal Papa stesso durante la sua visita nei Paesi Baltici nel 2018.

Ad Užupis, la sede del parlamento è usata anche come caffè e pub!

Nonostante possa sembrare strano, il sistema funziona da anni.

C’è persino un parco noto come Piazza Tibet: il Dalai Lama è infatti cittadino onorario di Užupis.

Piccolo tempio buddista a Vilnius

Cepaitis e Lileikis, attraverso la Costituzione, dissero a tutti che essi avevano “il diritto di essere felici” ma anche “il diritto di essere infelici”.
Il “diritto di essere unici”, il “diritto di sbagliare”, il “diritto di capire” e il “diritto di apprezzare la loro non importanza”.


In altre parole, sii pure chi vuoi e rispetta chi sono gli altri.

Questo è il tipo di vita che queste persone volevano e che potete trovare ancora oggi qui.

Un tipo di vita e di pensiero che tanto vorrei nel mondo, dal quale, nel nostro paese di sicuro, siamo ancora molto lontani.

Io seduta su una sedia molto alta, immersa nel fiume

Non so se sia colpa della sirena, ma è proprio vero che da questa piccola repubblica di spiriti liberi non vorresti mai andartene.

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